Pace giusta e pace sporca. Un intervento di Gian Pietro Moret

Papa Francesco, in questi mesi di guerra, ha sempre condannato l’aggressione della Russia all’Ucraina e non ha mai condannato la difesa armata dell’Ucraina, ma ha anche sempre dichiarato che bisogna superare questa guerra – perché la guerra è sempre un male – e arrivare alla pace, indicando nel dialogo la via per raggiungerla. Ma il dialogo non vuol dire mettere sullo stesso piano le ragioni dell’aggressore e dell’aggredito. Il papa – come ho detto –  ha sempre distinto le posizioni quindi quando parla di pace intende una pace con giustizia. Zuppi, in accordo con il papa, lo ha dichiarato in tutti i modi.

Ma percorrere con efficacia questa strada spetta ai politici e non al papa. Al massimo il papa può offrirsi come mediatore – e su questo ha manifestato la sua disponibilità. Ma la via da percorrere è estremamente complessa, perché, secondo la fede, in questa nostra vita non può esistere né una pace pura né una giustizia pura. Queste situazioni di vita perfetta appartengono al Regno di Dio che non è di questo mondo e nel quale pace e giustizia sono tutt’altra cosa. La coscienza cristiana deve sempre aver presente questo e non fare discorsi spiritualistici e irrealistici, che sono i discorsi ipocriti di cui parla Sofri. Ma non mi pare che il papa e gli altri esponenti della chiesa, e nemmeno cristiani con una giusta formazione di fede facciano discorsi del genere.

La fede non deve limitarsi a proclamare queste distinzioni fondamentali tra il presente storico e il futuro escatologico, bensì deve anche accompagnare il percorso politico della ricerca della pace e della giustizia possibili. Deve stimolare a non fermarsi mai nel cercare, in positivo, compromessi sempre più accettabili – sempre più puri – dal punto di vista della pace con giustizia, e, in negativo, nel denunciare sporchi interessi presenti nei compromessi. È l’apporto della virtù teologale della speranza che nasce dalla fede nel Regno nella concretezza della storia che non lascia mai del tutto soddisfatto il politico animato da fede cristiana e lo stimola ad osare sempre di più. In questa dinamica si può anche distinguere un diversa responsabilità tra la chiesa in quanto tale che deve limitarsi a ricordare queste idee fondamentali e il politico cristiano che cerca soluzioni e decide con autonomia quello che è possibile nella concretezza delle situazioni e quello che non lo è.

Calando questo discorso nell’attuale conflitto, si deve dire che è doveroso denunciare senza se e senza ma l’aggressione della Russia, ed è giusto dichiarare legittima la difesa dell’Ucraina e anche l’invio di armi da parte dei paesi occidentali per rendere efficace tale difesa. Ma, poi, è doveroso da parte di chi offre questi aiuti di vigilare sulle modalità dell’uso delle armi.  Se ad un certo punto la difesa, sostenuta dalle armi americane ed europee, diventa volontà di vittoria che imponga una resa senza condizioni della Russia, si può ancora parlare di legittima difesa? È giusto pretendere il semplice e totale ritiro dei russi dal Donbass per iniziare trattative di pace, come proclama Zelensky? Non c’era già in atto, prima dell’aggressione russa, una guerra tra abitanti russofoni della regione e l’esercito ucraino? Era una guerra giusta da parte dell’Ucraina? Quale sarà la sorte di questi russofoni? Saranno fatti tacere per sempre? Ma, d’altra parte, è giusto cedere ad un prepotente come Putin che era partito con la volontà di sottomettere la suo potere tutta l’Ucraina? Tutto questo senza parlare del conflitto nucleare la cui assurda possibilità si avvicina sempre più quanto più si prolunga la guerra.

La fine della guerra in atto si otterrà solo cercando un compromesso che comporta cedere su qualcosa da una parte e dall’altra e cedere comporta una qualche ingiustizia, quindi una pace sporca. Una simile pace comporta, da parte di chi vuole veramente la pace giusta, continuare a cercare accordi più giusti e più solidi che tirano in ballo equilibri geopolitici globali estremamente complessi. Il contributo specifico della fede consiste nello stimolare in maniera indefessa questi processi.

 

27/10/2022