Il Veneto, la politica, la classe dirigente.
Presuntuosi, ma insignificanti?

con Paolo Feltrin e Paolo Giaretta

Decenni di corsa, inseguendo il benessere.
La voglia di diventare i “primi della classe”, senza mai riuscirci,
ma convinti di esserlo.
Il mancato riconoscimento da parte degli altri, la reazione, il rancore,
il desiderio di autosufficienza, la tentazione di andare per i fatti propri.
L’irrilevanza? L’isolamento? L’autonomia?

Il forum si propone di descrivere i tratti, di capire le ragioni e di verificare l’idea di una sostanziale irrilevanza del Veneto e dei suoi gruppi dirigenti, nel quadro nazionale.
Tanto più la regione ha cercato di affermarsi, minacciando la separazione, o la separatezza, per accrescere il proprio potere contrattuale, tanto meno essa sembra contare di fatto. E ciò accade anche quando c’è omogeneità tra rappresentanza politica regionale e nazionale.
Intendiamo assumere questo punto di partenza non per unirci al coro di quanti denunciano il mancato riconoscimento esterno e si sforzano di individuare nuove vie di autoaffermazione, ma perché abbiamo la sensazione, che esso abbia da dirci qualcosa di più fondamentale su quello che siamo e sulle strategie politiche che in questi anni sono state seguite al fine di affermare il peso della regione, o del “popolo veneto…”
Vorremmo cioè assumere l’irrilevanza, non immediatamente come problema da risolvere, magari accentuando le spinte rivendicative, ma come sintomo di una condizione più generale, che potremmo riassumere con l’immagine di una regione che si è cacciata in una sorta di vicolo cieco, da cui non sta uscendo, che le impedisce di guardare in faccia le proprie difficoltà e responsabilità, ponendola in una situazione che produce frustrazione, rabbia, nonché rapporti difficili tra la popolazione, lo Stato nazionale e il resto del Paese.
Vorremmo capire le ragioni vicine e lontane, storiche, culturali, politiche che possono spiegare questa situazione. Perciò quello che intendiamo fare, con questa, ma anche con altre iniziative, è promuovere occasioni che aiutino l’autocoscienza dei cittadini di questa regione. Ponendoci domande come: poiché non pare sia sempre stato così, come siamo arrivati a ciò? Da che cosa è dipeso? Quanto pesano dati duri, storico-culturali, non facilmente modificabili; quanto dipende da strategie politiche deboli o errate, su cui si può intervenire?